mercoledì 29 gennaio 2014

Atipicità della grande guerra

Quesito: La questione delle "riparazioni di guerra" vengono malamente affrontate dal consesso internazionale e dalla cosiddetta "commissione delle ririparazioni" sostanzialmente perché non si capisce che la prima guerra mondiale è stata una guerra atipica e cioè una guerra non assimilabile ai conflitti tradizionali del passato.
Il candidato spieghi in un max di 10 righe in che cosa consistette tale "atipicità " della grande guerra.

Risposta: La prima guerra mondiale viene considerata atipica rispetto alle altre perché in quanto mondiale si combatte in un territorio geograficamente vasto. Viene anche chiamata guerra totale poiché oltre al coinvolgimento di America, Russia e Giappone le conseguenze non furono solo di carattere militare ma anche civile: la guerra oltre ad aver colpito pesantemente le industrie e l'economia di molti stati provocò ingenti perdite demografiche( fino ad allora le perdite erano solo militari ovvero fra truppe). In secondo luogo è ritenuta atipica poiché vengono utilizzate
armi di ultima generazione come mitragliatrici, siluri, oltre a carri armati e aerei. La tecnica bellica predominante fu quella di trincea, basata sull'autonomia (viveri e munizioni) e quindi sulla resistenza delle proprie truppe. Per tutti questi motivi la grande guerra si può definire atipica perle grandissime distruzioni (a cui l'umanità non aveva mai assistito) che essa provocò.

giovedì 23 gennaio 2014

Il Vero è l'intero.

Quesito: Perché Hegel scrive che il vero è l'intero? Come viene inteso l'assoluto sulla base di questo principio? Quale rapporto si stabilisce tra l'assoluto e i diversi aspetti della realtà? E infine cosa significa che la "sostanza è soggetto"? 

1) Perché la realtà della pianta è la totalità dei suoi momenti e ogni singolo momento solo negandosi può affermarsi nella totalità. L'assoluto può essere inteso solo come risultato di un processo "che solo alla fine è ciò che è in verità", ovvero intenderlo come risultato vuol dire intenderlo come la totalità dei suoi momenti.  Dunque il rapporto che si stabilisce tra l'assoluto e i diversi aspetti della realtà è un rapporto di necessità,  per un'adeguata comprensione c'è bisogno di entrambi. 

2) Questa espressione porta alle estreme conseguenze la posizione kantiana che considerava la sostanza una forma della conoscenza e non una realtà oggettiva. Una realtà che per Hegel non è statica,  ma in divenire, da intendere come processo in cui ogni particolare rimanda a una totalità e proprio questa dinamicità è una delle caratteristiche dell'io (inteso come soggetto) hegeliano.